Si chiama “Sogni e Fotografie”, il nuovo esplosivo singolo dei Sindrome del Dolore, band nata a Benevento e che oggi ha la sua base in Toscana, tra Grosseto e Firenze. Freschezza compositiva, anarchia lirica, distorsioni che colpiscono in faccia l’ascoltatore e una certa dose di sana irriverenza, confezionano un singolo che si propone come ideale hit per una primavera all’insegna del punk rock. E’ corretto pensare ai Sindrome del Dolore come un progetto musicale capace, come una moderna transavanguardia del pentagramma, di attraversare vari generi musicali senza sentirsi necessariamente legata a nessuno di essi, e con il solo scopo di mostrare allo spettatore la propria identità frammentata e in rivolta, in linea con le riflessioni della filosofia post-moderna. Ciò che caratterizza il combo sannita del resto è la ridiscussione di valori ritenuti intoccabili e il rifiuto di gerarchie e autorità predefinite, non ultime quelle delle “scene musicali” o peggio ancora dei “generi”. Ai Sindrome non interessa operare una “cesura netta” col passato, e infatti nella loro musica sopravvivono l’heavy metal, il punk rock, la new wave, ma vengono presentati come influenze che si incontrano in un cammino che percorre diverse direzioni. Se ciò che scandalizza oggi nella musica contemporanea è da una parte il feticismo del nuovo e dall’altra la sostanziale mancanza di novità e di originalità, va detto che la band in questione non ci sta e compone ogni singolo brano concependolo come un groviglio di emozioni e significati, senza direttrici musicali stabilite. Il nomadismo musicale dei Sindrome riflette la frammentazione di ogni visione unitaria del mondo ed è soprattutto distante dall’impersonalità di buona parte delle composizioni moderne. Concepiti come vere e proprie hit distorte, i brani dei Sindrome coniugano partiture heavy e melodie irresistibili, affermazioni iconoclaste e versi romantici, propositi di rivolta e confessioni di insicurezze, in una frammentazione punk e neo dada di qualsiasi concetto unitario di opera.